Il complemento di abbondanza esprime ciò di cui si ha abbondanza, ciò di cui qualcuno o qualcosa è fornito. Per contro, quello di privazione esprime ciò di cui si è privi, si difetta, si manca.
Entrambi sono spesso introdotti dalla preposizione di e rispondono alla domanda di chi? Di che cosa? Il primo può dipendere da aggettivi come dotato, fornito e simili; il secondo da aggettivi opposti come privo, spoglio, povero, scarso e simili.
Il complemento di abbondanza potrebbe essere confuso con un complemento di specificazione, di qualità o anche di materia. Nella frase “Il museo è ricco di sculture di marmo di straordinaria bellezza” abbiamo tre complementi introdotti dalla stessa preposizione (di), il primo è un complemento di abbondanza (sculture), il secondo un complemento di materia (marmo), il terzo di qualità (straordinaria bellezza).
Più difficile sembra l’analisi di una frase come “La Divina Commedia consta di cento canti”. Certo non siamo di fronte ad una semplice specificazione e neanche ad un complemento di materia: i versi di Dante non possono essere equiparati ad una materia inerme!!! Il verbo constare indica ciò di cui è composto qualcosa, quindi, dobbiamo chiederci: da che cosa è composta la Divina Commedia? Di che cosa è fornita/dotata? Insomma, non sembrano esserci alternative al complemento di abbondanza!